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La tiroide controlla tutto il corpo: cosa mai potrà andare storto?

Video

Segue trascrizione del video

Introduzione

Puoi immaginare la tiroide come l’orologio del tuo corpo:

  • se dovesse andare troppo di fretta tutto il tuo organismo le andrà dietro, mettendosi a correre per tenere il passo,
  • se al contrario tendesse a rallentare, anche la gran parte dei tuoi organi tenderà a prendersela comoda, anche un po’ troppo comoda.

C’è però un’importante differenza tra orologio e tiroide: se è vero infatti che un orologio rotto segna l’ora giusta due volte al giorno, possiamo tranquillamente affermare che una tiroide mal-funzionante è un problema sempre, più o meno grosso a seconda di quanto si sia agitata o al contrario impigrita…

I sintomi

Ipertiroidismo

Ma sai perché dico che tutto il tuo corpo ne viene coinvolto? Perché se il cervello è il centro di comando dove vengono prese le decisioni, la tiroide è il braccio armato della legge, impegnata in prima persona nella loro applicazione, e questo significa che una tiroide troppo allegra, ovvero una condizione di IPERtiroidismo potrebbe manifestarsi con

Ipotiroidismo

A questo punto non dovrebbe essere troppo difficile immaginare i sintomi dell’IPOtiroidismo, ovvero di una tiroide pigra, che annoverano ad esempio:

Esami e analisi

Rispetto a questi due elenchi di sintomi non dobbiamo tuttavia mai dimenticare alcuni punti essenziali:

  • i sintomi non sono necessariamente sempre tutti presenti, anzi, talvolta di sintomi non ne abbiamo affatto o quasi, nel caso delle cosiddette condizioni sub-cliniche, oppure sono disturbi così sfumati da passare inosservati, magari perché insorti in modo molto graduale nel tempo: molto comune è ad esempio la scoperta di tiroide un po’ troppo pigra quando si cerca una gravidanza che non arriva;
  • allo stesso tempo come hai potuto notare si tratta di segni estremamente aspecifici, ovvero spesso così vaghi da non farci subito pensare alla tiroide. Dicevamo della stanchezza per la tiroide pigra, ma potrebbe ad esempio non essere banale scoprire un disturbo ansioso peggiorato, o addirittura causato da una tiroide eccessivamente vivace. Sì, l’ipertiroidismo può causare o peggiorare l’ansia. Ricordo poi un geniale TikTok di Biasci al supermercato, davanti a uno scaffale di pieno di dolci, con l’emblematico titolo “Per carnevale pronto il reparto ossa grosse e tiroide pigra”, a suggerire con una sottile metafora, come da sua abitudine, che forse a volte siamo un po’ troppo frettolosi nell’incolpare la tiroide per colpe che in realtà sono nostre.

Insomma, dai sintomi non è sempre semplice trarre una diagnosi… c’è però un modo molto banale per verificare il buon funzionamento della tiroide, ovvero un semplice esame del sangue che misuri TSH e ormoni tiroidei… quindi meglio un controllino? A mio avviso assolutamente no se non espressamente prescritto dal medico DOPO una valutazione dei sintomi e degli eventuali fattori di rischio, perché in medicina andare alla ricerca di qualcosa senza un buon motivo non è praticamente mai una buona idea.

Tumore alla tiroide

Abbiamo detto di ipotiroidismo ed ipertiroidismo, ma poi ovviamente, purtroppo, c’è il tumore alla tiroide, un tumore peraltro piuttosto comune, direi anche molto comune soprattutto da quando si è diffusa la possibilità di ricorrere facilmente ed economicamente all’ecografia tiroidea. Pensa che l’AIRC riporta di come le stime condotte sulle autopsie abbiano permesso di rilevare che fino al 10-15% dei soggetti presentassero un tumore tiroideo.

Mi spiego meglio: fino a 15 persone su 100 sviluppano nella propria vita un tumore alla tiroide, semplicemente (e direi fortunatamente) nella maggior parte nemmeno ce ne accorgiamo, morendo CON un tumore alla tiroide e non A CAUSA del tumore alla tiroide.

Detto questo, ne esistono diverse forme, ovviamente più o meno aggressive, ma dal punto di vista dei sintomi… beh, purtroppo o per fortuna spesso ne è del tutto privo: nessun fastidio, nessun disturbo, ecco perché le numerose scoperte negli esami autoptici. Quando presenti, il sintomo più comune è il gonfiore al collo, che potrebbe essere accompagnato da disturbi non tanto di funzionamento della ghiandola, ma conseguenza della presenza della massa tumorale stessa, ad esempio

Prendiamoci cura della tiroide

Dopo aver visto superficialmente i possibili sintomi suggestivi di una tiroide in difficoltà, eccoci la parte dell’articolo che in realtà mi preme di più: cosa possiamo fare concretamente per prenderci cura della nostra tiroide?

Soia

Prima di tutto evitiamo la soia… giusto? Assolutamente NO, sbagliato, sfatiamo una volta per tutte questo mito troppo duro a morire. Partiamo da un bel lavoro pubblicato su Nature pochi anni fa:

Gli alimenti a base di soia hanno rivestito per secoli un importante ruolo dietetico nei paesi asiatici e negli ultimi anni sono diventati sempre più popolari anche nei paesi occidentali, in virtù dei loro possibili benefici per la salute. Persistono tuttavia alcune preoccupazioni su un possibile effetto negativo sulla funzione tiroidea e sulla capacità di alterazione dei livelli degli ormoni tiroidei. [… Dall’analisi dei risultati emerge che] l’integrazione di soia non ha alcun effetto sugli ormoni tiroidei e aumenta in modo solo modesto i livelli di TSH; l’eventuale significato clinico dell’aumento del TSH non è chiaro.

Ovviamente come per tutti gli alimenti è ragionevole attenersi a un consumo equilibrato, di buon senso, ma di tutto il rumore attorno a questo argomento rimane un’unica importante avvertenza: se soffri ti ipotiroidismo e assumi quotidianamente levotiroxina, tipo Eutirox o simili, abbi cura di distanziare di qualche ora l’assunzione tra farmaco e prodotti a base di soia, che potrebbero ridurne l’assorbimento. Tutto qua. E per inciso anche da un punto di vista oncologico non c’è alcuna preclusione, è la stessa AIRC a sottolineare che

il consumo di soia e altri alimenti contenenti fitoestrogeni non è di per sé controindicato per nessuno, anche se in caso di una precedente diagnosi di tumore è meglio far riferimento al proprio oncologo per capire cosa sia meglio portare a tavola.

Iodio

Ma rimaniamo in ambito alimentazione, con un elemento essenziale per la tiroide. lo iodio: un corretto apporto di iodio rappresenta un requisito fondamentale per la funzionalità tiroidea, perché necessario alla sintesi degli ormoni tiroidei. Ce ne basta davvero pochissimo, 150 µg al giorno (microgrammi, ovvero un milionesimi di grammo), ma nel caso di insufficiente assunzione la tiroide non è più in grado di produrre quantità adeguate di ormoni tiroidei e questo può portare a varie complicazioni, più o meno gravi a seconda della gravità della carenza e della fase della vita in cui si trova il paziente, per un neonato ad esempio sarebbe un disastro.

La fonte principale di iodio per l’organismo umano è rappresentata dagli alimenti, in particolare pesci di mare e crostacei, ma anche uova e latte ne contengono quantità significative. In generale in Italia ne introduciamo tendenzialmente troppo poco, anche perché non abituati ad esempio al consumo di alghe, un’altra fonte eccellente. Per questa ragione è ormai anni che si trova in commercio il cosiddetto sale iodato, un sale da usare al posto di quello tradizionale che, essendo arricchito di iodio, ci aiuta a raggiungere il fabbisogno giornaliero. Ha lo stesso identico aspetto del sale da cucina e non presenta odori o sapori particolari, né altera quello dei cibi a cui viene aggiunto, per cui a meno di diverso parere medico ti consiglio di acquistare per casa solo sale iodato, siano fino che grosso. È lo stesso Ministero della Salute a spiegare che:

Nella grande maggioranza degli individui, dosi di iodio anche largamente superiori a quelle assunte con l’uso di sale arricchito con iodio sono del tutto prive di rischi. La tiroide possiede infatti un meccanismo naturale di adattamento. […] Tutti possono usare il sale iodato, anche soggetti affetti da patologie tiroidee. Questo perché in condizioni fisiologiche la tiroide è in grado di tollerare fino a 1000 μg di iodio al giorno senza che si verifichino effetti avversi, in quanto l’eccesso di iodio viene escreto con le urine. Le persone con patologie tiroidee su base autoimmune possono tollerare quantità inferiori di iodio. Nonostante questa minore tolleranza, il rischio di eccesso di iodio è praticamente inesistente in quanto il consumo di sale iodato raramente aggiunge più di 300 μg di iodio alla dieta giornaliera.

Insomma, poco sale, ma che sia iodato. Le eccezioni sono davvero poche e vengono espressamente segnalate dagli specialisti in caso di bisogno, come ad esempio la terapia con iodio radioattivo per ipertiroidismo e alcune forme di tumore, mentre nel caso di ipertiroidismo è in genere sufficiente evitare alimenti che ne siano troppo ricchi o integratori alimentari.

Selenio

Un ulteriore elemento strettamente correlato è il selenio, anche lui molto importante per il buon funzionamento della tiroide, anche lui necessario solo in piccole-piccole dosi giornaliere, addirittura 55 µg per un adulto, circa un terzo rispetto allo iodio. Questo è un po’ più semplice assumerlo con il cibo, lo trovi ad esempio in pesce e frutti di mare, carne e altri prodotti animali, cereali integrali, alcune varietà di patate e poi c’è un alimento in particolare che ne è super ricco, le noci del Brasile: pensa che la classica porzione da 30 g apporta più di 500 µg di selenio, ovvero 10 volte il fabbisogno giornaliero raccomandato. Interessante notare che queste noci sono anche molto ricche di un altro elemento particolare, il radio, un elemento radioattivo. E sai qual è un altro alimento, ancora più comune che porta con sé una dose misurabile di radioattività, la banana. In entrambi i casi nulla di pericoloso, per carità, l’EPA americana ci ricorda ad esempio che

dovresti mangiare circa 100 banane per ricevere la stessa quantità di radiazioni ambientali cui sei naturalmente esposto ogni giorno sul suolo americano,

ma personalmente lo vivo più come una dimostrazione del fatto che la varietà degli alimenti nella nostra dieta è sempre la vera chiave di una vita in salute.

Crucifere

E a proposito di varietà, c’è un’altra categoria di cibo spesso tirata in ballo quando si parla di tiroide, le brassicacee o crucifere, di cui fanno parte ad esempio cavoli, cavolfiori, broccoli e compagnia cantante. A meno che il tuo endocrinologo ti suggerisca espressamente di evitarne il consumo, non c’è alcuna ragione valida per escluderli preventivamente dalla propria dieta; dovresti mangiarne quantità tanto elevate da essere irrealistiche per interferire con la funzionalità tiroidea. Come ci ricordano anche gli specialisti della MayoClinic, non esistono cibi da evitare in linea di principio.

È vero che mangiare eccessive quantità di queste verdure potrebbe limitare l’assorbimento di iodio da parte della tiroide, ma di nuovo, le porzioni e la frequenza di consumo necessarie dovrebbero essere tali da rendere la dieta di per sé non abbastanza varia, e quindi sbilanciata a prescindere. E sarebbe allo stesso tempo un vero peccato rinunciare agli effetti antitumorali, fra gli altri, garantiti da questa famiglia di vegetali.

Credimi, puoi fare molto più facilmente danni con l’assunzione di integratori iniziati per tua decisione personale che non con l’alimentazione.

Dieta

E a proposito… per quanto riguarda l’alimentazione da un punto di vista più generale? Beh, la British Thyroid Foundation ci ricorda che non esistono alimenti specifici utili nel trattamento dei disturbi della tiroide, ma è sicuramente importante adottare una dieta sana nel senso più ampio possibile del termine. Ti ricordo tra l’altro che è particolarmente utile cercare di prevenire l’obesità, che rappresenta un noto fattore di rischio per alcune forme di tumore alla tiroide.

Evitare il glutine o i latticini è in genere inutile a meno che non ti abbiano diagnosticato disturbi come celiachia, sensibilità al glutine non celiaca (che però è MOLTO più rara di quanto si pensi, tanto che la sua stessa esistenza è messa in discussione da alcuni ricercatori) o intolleranza al lattosio; per quanto riguarda il glutine è vero che alcuni specialisti sono dell’idea che possa essere utile escluderlo in caso di disturbi autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto, ma non farlo se non ti viene espressamente consigliato dal tuo endocrinologo. Ad oggi la letteratura non ne dimostra la necessità, seppure ci siano evidenze aneddotiche e studi che puntino in direzione opposta e che sicuramente meritano di essere approfonditi in futuro; mentre è molto chiara l’utilità di una dieta antinfiammatoria, anche se non mi piace molto questo termine, fondata su un abbondante consumo di alimenti vegetali, che ti garantiscano il giusto apporto non solo di iodio, selenio, magnesio e zinco, altri elementi importanti, ma anche di molecole preziose come fibra, antiossidanti e acidi grassi omega-3.

Che non ti venga in mente di sfondarti di alghe e iodio in generale, magari con integratori per dimagrire di dubbia provenienza, con l’idea di accelerare il metabolismo per perdere peso, sarebbe una pessima idea, davvero pessima, non solo perché probabilmente non funzionerebbe, ma soprattutto perché come abbiamo visto in apertura andare ad alterare l’equilibrio della tiroide, ammesso e non concesso di riuscirci, ci porterebbe a complicazioni che non giustificherebbero in alcun modo l’eventuale perdita di qualche chilo.

Insomma, alla fine della fiera i consigli sono sempre noiosamente gli stessi:

  • dieta varia ed equilibrata, con le solite abbondanti quantità di frutta e verdura, cereali integrali, legumi e almeno un po’ meno derivati animali di quanto non siamo abituati a fare,
  • attività fisica, che ci aiuti anche dal punto di vista del peso forma,
  • no a fumo e alcool
  • e per quanto possibile un po’ di serenità.

Tutto qui! 🙂

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