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In occasione dell’8 giugno, Giornata Mondiale degli Oceani, MSC Marine Stewardship Council ricorda l’importanza di oceani in salute per la vita sul nostro Pianeta e per la sicurezza alimentare globale.
La vita sul nostro Pianeta inizia dagli oceani, e per questo vanno rispettati e protetti attraverso le scelte di ogni giorno: è questo il messaggio di Marine Stewardship Council, organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso il suo programma per la pesca sostenibile, per la Giornata Mondiale degli Oceani 2023.
Gli oceani ricoprono due terzi del pianeta, forniscono l’ossigeno che respiriamo e il cibo di cui ci nutriamo, contengono un’immensa biodiversità per lo più ancora inesplorata e assolvono una indispensabile funzione di regolazione climatica. Tutti aspetti che si basano su un presupposto fondamentale: che essi siano in salute, e gli ecosistemi e le risorse in essi contenuti siano equilibrio tra loro. Un equilibrio che oggi è messo in pericolo da inquinamento, cambiamento climatico e pesca eccessiva, e che deve essere salvaguardato attraverso scelte sostenibili a tutti i livelli decisionali – consumatori, aziende, attività di pesca e istituzioni.
“Vogliamo richiamare l’attenzione di tutti sugli oceani, perché la vita del Pianeta è intrinsecamente legata ad essi e perché essi non solo svolgono un ruolo fondamentale a livello ambientale, ma possono svolgere anche un ruolo cruciale nella sfida per garantire la sicurezza alimentare globale.” spiega Francesca Oppia, Direttrice del Programma MSC in Italia. “Le Nazioni Unite stimano che i sistemi alimentari debbano aumentare la propria produttività del 70% per soddisfare una crescita di popolazione che supererà i 9 miliardi di persone nel 2050. In questo scenario, la gestione sostenibile della pesca può fornire proteine e nutrienti ai milioni di persone che oggi soffrono di carenze nutritive o di insicurezza alimentare. Per questo motivo è necessario che tutti, dai pescatori alle aziende che operano nel comparto alimentare, dai consumatori ai governi nazionali e locali, mettano la protezione degli oceani in cima alla propria lista delle priorità”.
Secondo le Nazioni Unite, gli alimenti provenienti dai sistemi acquatici, detti Blue Foods (animali, piante e alghe pescati o coltivati in ambienti marini o acqua dolce) sono degli alleati fondamentali per affrontare la sfida della sicurezza alimentare globale. Secondo una ricerca di Costello et al. (2016), se tutte le attività di pesca fossero ben gestite, sarebbero in grado di produrre 16 milioni di pescato in più ogni anno, che andrebbero ad alleviare la diffusa carenza di nutrienti fondamentali quali ferro, vitamina B12 e acidi grassi Omega-3.
10 ragioni per proteggere i prodotti del mare
1- I prodotti del mare sono ricchissimi di nutrienti
Pesce e frutti di mare sono ricchi di nutrienti come zinco, ferro, vitamine A e B12 e acidi grassi omega-3, essenziali per la salute umana. I pesci grassi come il salmone e le aringhe contengono più nutrienti essenziali di noci, cereali, carne, verdure a foglia o semi, che sono più assorbiti e utilizzati meglio rispetto a quelli contenuti nelle stesse verdure e negli integratori alimentari.
2- I prodotti del mare hanno un minor impatto ambientale
Rispetto all’allevamento a terra, la pesca consuma pochissima terra o acqua, né richiede fertilizzanti o mangimi. Il consumo di prodotti ittici pescati comporta meno di un decimo della quantità di anidride carbonica associata alla carne rossa. Ha anche un’impronta di carbonio inferiore a quella del formaggio o del pollo. Alcuni piccoli pesci come aringhe, sgombri e spratti, hanno emissioni di carbonio inferiori a quelle del riso e del mais, oltre a essere tra i pesci più nutrienti da mangiare.
3- Il consumo di pesce in Italia è più alto della media europea.
Gli italiani consumano 30kg di pesce fresco pro capita per anno, mentre la media europea si attesta intorno ai 23kg. Le specie più consumate nel 2020 in Italia sono state il tonno pinna gialla, il calamaro, il salmone, la cozza, il tonnetto striato e il merluzzo nordico (dati EUMOFA). I maggiori consumatori di pesce in Europa sono i portoghesi (57kg pro capita per anno) e i danesi (35kg); agli ultimi posti troviamo invece ungheresi (6,5kg) e cechi (5,7kg).
4- Ci sono migliaia di specie diverse da provare
Sono 2.200 le specie di pesce pescato e 600 di pesce allevato, eppure la maggior parte di noi consuma le stesse poche specie. Eppure, variare le specie consumate allevia la pressione su quelle più comuni, aiutando a preservare la biodiversità.
5- Il pesce è un’importante fonte di sussistenza
600 milioni di persone dipendono almeno in parte dal settore della pesca e dell’acquacultura e più della metà è rappresentata da donne; la maggior parte di queste persone si trova nei Paesi in via di sviluppo. A essere coinvolte nel settore primario della pesca sono invece 58,8 milioni di persone secondo la FAO.
6- La domanda di pesce raddoppierà entro il 2050
Per soddisfare questa domanda in continua crescita è necessario sostenere pratiche di pesca sostenibile e un allevamento responsabile di prodotti ittici.
7- Pescando meglio si pesca di più
Pescare sostenibilmente e porre fine alla pesca eccessiva potrebbe far aumentare la produzione annuale globale di pesce di 16 milioni di tonnellate, sufficienti a soddisfare il fabbisogno proteico di 72 milioni di persone in più all’anno.
8- Le persone mangiano pesce da quasi 2 milioni di anni
Le prime prove del consumo di pesce da parte di un essere umano risalgono a 1.95 milioni di anni fa e sono state ritrovate in Kenya. È in questo periodo che gli esseri umani con un cervello più grande hanno iniziato a evolversi.
9- Il pesce è una parte importante della tradizione culturale e religiosa
Tradizionalmente, il pesce viene consumato il Venerdì Santo dai cristiani, mentre nell’ebraismo il pesce è un simbolo di fertilità e fortuna che si mangia durante il Capodanno ebraico.
10- Tutti noi possiamo proteggere gli oceani
Scegliendo di consumare prodotti ittici da pesca sostenibile, riconoscibili dal marchio blu MSC, supporti i pescatori che implementano pratiche di pesca sostenibili su base scientifica, permettendo agli oceani di prosperare per il bene delle generazioni future.
La Giornata mondiale degli oceani, cade l’8 giugno ed è nata durante l’Earth Summit del 1992 a Rio de Janeiro. È stata riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 2008 per celebrare gli oceani e il nostro personale legame con il mare, e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo essenziale che essi svolgono nella nostra vita e nella salute generale dell’ambiente (per saperne di più: World Ocean day | unesco.org).
Com. Stam.
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