Cos’è l’acqua alcalina?
L’acqua è il principale costituente del corpo umano, rendendo conto di oltre la metà del corporeo dell’organismo (fonte: Ministero):
- 60% nei maschi adulti,
- 50-55% nelle donne adulte,
- fino al 75% in un neonato.
È essenziale al buon funzionamento di ogni cellula, tessuto e organo del corpo e non è una sorpresa per nessuno il fatto che debba essere introdotta ogni giorno, mediante bevande e alimenti (come frutta e verdura).
Ma quale tipo di acqua?
Recentemente si è fatto un gran parlare della cosiddetta acqua alcalina, promossa come capace di garantire grandi benefici, anche se purtroppo le evidenze scientifiche in grado di dimostrarlo sono sostanzialmente nulle.
Il concetto di alcalinità è una conseguenza del pH, ovvero del grado di acidità dell’acqua:
- un pH pari a 7 è considerato neutro,
- se l’acqua ha pH inferiore a 7 è “acida” (tanto più acida quanto più ci si allontana dalla neutralità, ovvero quanto minore è il numero),
- se l’acqua ha pH superiore a 7 è “alcalina” (tanto più alcalina quanto più ci si allontana dalla neutralità, ovvero quanto elevato è il numero).
Il pH dell’acqua che sgorga dal rubinetto di casa è generalmente compreso tra 6,78 e 7,8 a seconda della località (o, più correttamente, a seconda della sorgente), quindi potrebbe essere da debolmente acido (6.78) a debolmente alcalino (7.8).
L’acqua pura ha infatti per definizione pH neutro (7), ma una volta che entra in contatto con l’aria reagisce con l’anidride carbonica, acidificandosi leggermente; non è quindi possibile trovare acqua pura in natura, perché anche le sostanze (sali minerali) disciolte fin dalla sorgente contribuiscono a modificarne il valore.
Per quanto riguarda l’acqua potabile secondo il Decreto Legislativo 31/2001 i valori massimi ammissibili per il pH dell’acqua potabile sono nel range 6,5 – 9,5, con valori guida consigliati nel range 6,5 – 8,5 (DPR 236/88). Tali valori sono stati scelti sulla base delle dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nello specifico considera il pH dell’acqua (compreso nell’intervallo 6,5 – 8,5) un importante parametro di valutazione della qualità dell’acqua. In particolare tale range è stato scelto per trovare il giusto equilibrio tra sapore, odore e trasparenza dell’acqua, resistenza alla contaminazione da parte di alcuni microrganismi e per controllare il più possibile la presenza di alcuni metalli. Ad esempio il ferro o il rame sono solubili in acqua a pH inferiore a 7, mentre alluminio e zinco a pH superiore a 10.
Fonte: GruppoCAB
A titolo di confronto:
- Coca-cola e succo di limone hanno pH pari a circa 2.5
- Aceto: 2.9
- Succo d’arancia: 3.7
- Birra: 4.5
- Latte: 6.5-6.7
- Saliva umana normale 6,5 – 7,5
- Sangue 7,35 – 7,45.
L’acqua alcalina si caratterizza quindi da un pH più elevato rispetto a quello della semplice acqua di rubinetto e viene promossa associandola a numerosi effetti benefici sulla salute.
Che gusto ha?
L’acqua alcalina viene in genere percepita con un sapore leggermente differente, più amarognolo; può inoltre cambiare il gusto di bevande derivate, come caffè o tè.
Acqua ionizzata o acqua alcalina?
L’acqua ionizzata viene prodotta trattando acqua naturale con ionizzatori, dispositivi che mediante l’applicazione di cariche elettriche consentono la produzione di acqua alcalina (ed uno scarto di acqua acida che andrebbe eliminata).
Si tratta, in quest’ottica, si termini sovrapponibili e spesso associati (acqua ionizzata alcalina).
Benefici
L’idea alla base dei presunti benefici dell’acqua alcalina derivano dall’ipotesi secondo cui il consumo di determinati alimenti (come carne, latticini e uova) sottoponga l’organismo ad un eccessivo carico acido, che si traduca in effetti negativi sulla salute tra cui osteoporosi e tumori.
Sebbene questa ipotesi poggi su alcuni presupposti corretti, le conclusioni che ne vengono tratte non sono altrettanto adeguatamente supportate dalla letteratura disponibile.
Premesso che
- qualsiasi bevanda o cibo ingerito passa prima dallo stomaco (pH compreso tra 1-2), in grado di neutralizzare immediatamente l’eventuale alcalinità dell’acqua,
- il corpo dispone di meccanismi molto robusti per impedire variazioni del pH del sangue (strettamente compreso tra 7,35 – 7,45),
non è ad oggi possibile delineare meccanismi biochimici che supportino i claim benefici associati al consumo di acqua alcalina (e no, il fatto che si riesca in questo modo a modificare il pH dell’urina prodotta non dimostra nulla), dimostrandosi come “la soluzione ad un problema che non richiede di essere risolto”.
A sostenere questa stessa conclusione sono non solo associazioni dei consumatori come Altroconsumo, ma anche e soprattutto associazioni medico-scientifiche (come Fondazione Veronesi e l’americana MayoClinic), basandosi anche su analisi rigorose come la revisione sistematica pubblicata sul BritishMedicalJournal.
Alla base di eventuali successi (“ho iniziato a berla e mi sento meglio”) in genere la spiegazione è duplice:
- effetto placebo,
- si beve di più e ci si idrata correttamente a differenza di “prima”.
Una possibile eccezione
L’unica categoria di pazienti in cui potrebbe valere la pena di tentare il consumo di acqua alcalina è nel caso di reflusso laringo-faringeo, patologia in cui il contenuto acido dello stomaco risale fino in gola.
Sebbene le prove di efficacia siano poco più che aneddotiche, esiste in questo caso un possibile razionale che vale la pena di essere verificato empiricamente (il danno sulle mucose della gola perpetrato dalle sostanze acide potrebbe essere collegato anche all’attivazione della tripsina).
È sicura?
In genere il consumo di acqua alcalina non pone rischi di salute; alcuni procedimenti di produzione rimuovono tuttavia parte del contenuto minerale dell’acqua, impoverendola di sostanze preziose per l’organismo.